top of page

Duncan Macmillan al Nuovo di Napoli

"Every Brilliant Thing" e una lista di cose per cui valga la pena vivere. Filippo Nigro diretto da Fabrizio Arcuri, unico interprete in scena con il coinvolgimento del pubblico a impersonare a tratti il narratore



Di Francesco Gaudiosi

Le sue opere, molto apprezzate da pubblico e critica del West End londinese, sono ormai rappresentate in tutto il mondo. In gran parte affrontano questioni sociopolitiche, attraverso un’ironia sorprendente e non convenzionale in

grado di approfondire questioni spinose della società moderna. Tra le sue drammaturgie più celebri figura Lungs, un’esplorazione della genitorialità che ha debuttato allo Studio Theatre di Washington DC. La produzione britannica, diretta da Richard Wilson, vinto l’Off West End Award 2013 per la migliore nuova opera teatrale. Il testo è diventato poi un successo mondiale, tradotto e messo in scena ovunque. Altro suo lavoro fortunato è People, Places and Things, andato in scena per la prima volta nel 2015 al National Theatre di Londra in coproduzione con la Headlong Theatre Company. Lo spettacolo racconta la vita di

una donna con problemi di dipendenza e dei suoi tentativi di riabilitazione, ed è valso all’attrice irlandese Denise Gough l’Olivier Award (il riconoscimento britannico più prestigioso nel campo del teatro di prosa) come migliore attrice. Stiamo parlando del drammaturgo inglese Duncan Macmillan, tra i più conosciuti e premiati dei nostri giorni.

Nella sua esplorazione su temi sociali, attraverso una chiave dissacrante, Macmillan ha anche approfondito il tema del suicidio in un testo molto particolare, probabilmente il più apprezzato della sua drammaturgia: si tratta di Every Brilliant Thing, un monologo interattivo eseguito con la partecipazione del pubblico, rappresentato per tre anni consecutivi al Festival di Edimburgo registrando sempre il tutto esaurito.

La fortuna di questo spettacolo è tale da essere stato ripreso anche dal canale televisivo americano HBO durante la sua rappresentazione al Barrow Street Theatre di New York nel 2016, con in scena il comico Jonny Donahoe.

Every Brilliant Thing è anzitutto una riflessione, sarcastica e brillante, sul tema della depressione. Il protagonista è un bambino che, accompagnato in macchina dal padre, raggiunge la madre ricoverata in ospedale dopo il suo primo tentativo di suicidio. Arrivato al suo capezzale, lei respinge il figlio, intimando al marito di non volerlo vedere.

Da quel momento il bambino sperimenta un modo per reagire al distacco, al senso di colpa incombente, iniziando a redigere una lista di tutte le cose per cui vale la pena vivere. Ed è proprio Le cose per cui vale la pena vivere il sottotitolo della versione italiana di Every Brilliant Thing, in scena al Teatro Nuovo di Napoli dal 13 al 16 aprile, per la regia di Fabrizio Arcuri e la traduzione di Michele Panella. Protagonista, nell’adattamento italiano dello spettacolo, Filippo Nigro, volto noto del cinema e di numerose serie tv, per una produzione del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli-Venezia Giulia e Sardegna Teatro.

La particolarità del testo risiede nel costante aggiornamento della lista, che si evolve man mano che progredisce l’esperienza umana del protagonista. Nello sviluppo dello spettacolo l’elenco si allarga per affrontare progressivamente i temi del rapporto con il padre, il primo amore, il suo matrimonio, la ricerca di aiuto nei momenti di crisi.

La lista è dunque, più che un viatico per la madre depressa, l’àncora di salvataggio alla vita del protagonista, lo strumento di maturazione che scandisce l’esperienza umana del narratore per raccontare la propria esistenza al pubblico che lo ascolta. Il testo, pur prevedendo un unico interprete in scena, si avvale del coinvolgimento del pubblico a cui viene richiesto di impersonare piccole parti che raccontano la vita del narratore. Lo spettatore è dunque parte attiva nella stesura della lista, nella creazione di un incontro del protagonista con il mondo esterno, nella costante ricerca di delineare quelle cose per cui vale la pena vivere. Lo spettacolo di Macmillan è, in fin dei conti, un percorso di maturazione collettivo, una riflessione che partendo dalla dimensione scenica si avvicina allo studio psicologico del suo protagonista, all’apertura con l’esterno. È il costante aggiornamento della lista delle cose per cui vale la pena vivere a scandire i momenti drammaturgici di Every Brilliant Thing, che nella dimensione teatrale diventano simbolo di un incontro tra interprete e pubblico, alla ricerca di ogni cosa brillante, appunto, per cui vale la pena restare al mondo.


© Riproduzione Riservata

Comments


bottom of page